I
primi proiettili risalgono al X secolo ed erano dei "tappi"
mobili, inseriti in una canna dietro i quali veniva fatta deflagrare
la polvere da sparo.
Ci
fu poi uno sviluppo tecnologico: da "tappi" mobili a
piccole pietroline rotonde, le quali erano però poco efficaci contro
le armature dei soldati. Questo portò all'esplorazione del
proiettile di metallo, ricavato dalla fusione e seguente
solidificazione.
I
proiettili di ferro furono molto popolari ma erano difficili da
produrre: la temperatura di fusione era troppo elevata e spesso
esplodevano all'interno della canna dell'arma.
Le
palle erano però più piccole del diametro del foro e rimbalzavano
lungo la canna durante lo sparo, perdendo precisione.
Nel
XV secolo i tedeschi inventarono la rigatura della canna, imprimendo
così un moto rotatorio al proiettile, rendendo il volo di quest
ultimo molto più stabile, migliorando così la precisone.
Intorno al 1600, si diffusero sui campi di battaglia i proiettili di piombo, un materiale con un punto di fusione più basso e più morbido rispetto al ferro, con conseguente diminuzione del rischio di esplosione dell'arma e maggior facilità di produzione.
Lo
sviluppo seguente si ebbe nel 1800, grazie ad un generale francese
Claude Etienne Minié, con l'introduzione di un omonimo proiettile
più aerodinamico. Infatti da rotonda, la forma divenne conica.
La rivoluzione fu alla fine del 1800, quando ci fu l'introduzione della cartuccia, un'unità autonoma che ospitava il primer (sostanza per innescare la deflagrazione), il propellente e il proiettile in un involucro di ottone.
Con
lo sviluppo di nuovi propellenti a base nitrocellulosa, si
producevano pressioni e temperature più elevate a cui i proiettili
di piombo non resistevano disintegrandosi prima di uscire dalla
canna. La soluzione fu quella di dare una pelle più spessa al
proiettile stesso, in leghe di rame e zinco.
Oggi nelle armi militari, i proiettili possiedono una copertura totale in metallo (in inglese Full Metal Jacket, o FMJ). Questi proiettili, anche detti non espandibili, non si espandono quando colpiscono il bersaglio, il che è un bene per i soldati e per i loro organi.
E.N.
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